2022: L’ANNO DELLA RIPRESA DEL MERCATO IMMOBILIARE COMMERCIALE

 

Il mercato immobiliare italiano commerciale si stima in netta ripresa per il 2022 con investimenti in risalita del 10,5% a oltre 1,46 miliardi di euro. I segnali di ripresa si sono visti già nella prima parte del 2021, soprattutto nelle compravendite. Un aumento del 15,4% rispetto alla prima parte del 2019. È quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa e dai dati di Agenzia delle Entrate.

Gli affari e lo shopping

Le aree predilette dagli investitori sono quelle attraversate dalle vie del passeggio delle grandi città. È in questi snodi nevralgici che si fanno affari: i rendimenti annui lordi possono superare anche il 10%. Si passa dall’8,5% di Milano per arrivare all’11,1% di Roma e al 10,4% di Firenze.

La recente operazione del valore di 112 milioni di Maston e JP Morgan, a caccia di affari tra le vie dello shopping di San Babila, a Milano, è uno dei tanti segnali di questa tendenza. Molti investitori che si sono affacciati sul mercato italiano nel corso del 2021 sono alla ricerca delle rare posizioni di pregio disponibili all’interno delle principali high street nazionali o di grandi superfici commerciali e parchi commerciali caratterizzati da elevati livelli di resilienza.

Il 10 marzo scorso è stato presentato il Rapporto 2022 sul mercato immobiliare commerciale in Europa e in Italia. Dai dati e dalle analisi, emerge che la guerra tra Russia e Ucraina, e le tensioni tra mondo orientale e mondo occidentale, stanno spingendo gli investimenti verso l’Europa dell’Ovest, concentrando l’attenzione sulle grandi città europee: Parigi, Londra, Milano, Francoforte.

Il 2022: un anno di ripresa

Dopo la “fuga” degli investitori a causa della pandemia e della conseguente crisi sanitaria, nel 2022 si prevede una risalita degli investimenti immobiliari per negozi e luoghi del commercio. Una crescita stimata del 12% a oltre 37 miliardi.

La pandemia ha spinto gli italiani al turismo e al contesto urbano di prossimità, con tutto quello che serve per vivere il quotidiano, passando da spazi per il lavoro a strutture sanitarie, bar, ristoranti, scuole, negozi, centri culturali e sportivi, luoghi per la socialità. Al centro di queste nuove modalità stanno le secondary street, vie del commercio che attraggono un bacino di utenza prettamente locale e di massa, in forte evoluzione.

di Nicola Teofilo