La tendenza del mercato immobiliare di Roma, ecco le opportunità del residenziale

La tendenza del mercato immobiliare di Roma, ecco le opportunità del residenziale

Autore:@stefania giudice

Si parla anche della tendenza del mercato immobilliare di Roma nella ricerca realizzata da Scenari Immobiliari in collaborazione con Fabrica Immobiliare Sgr dal titolo «Roma 2030. La capitale nel nuovo scenario internazionale». Un interessante lavoro che si è sviluppato con l'obiettivo di fornire una narrazione differente di quello che è la città e mostrare agli investitori le opportunità che può offrire, il suo enorme potenziale.

Affrontare la grande sfida della transizione ecologica e del digitale, dare vita a grandi progetti di rigenerazione urbana, valorizzare le università, aiutare le start up, attirare gli headquarter delle multinazionali, far arrivare lavoro qualificato, fare squadra. Sono tutti punti che Roma deve mettere in agenda.

In vista ci sono importanti appuntamenti, quello con il Giubileo 2025 e con Expo 2030, se la candidatura andrà a buon fine. A tal proposito, come sottolineato con un messaggio dalla professoressa Paola Severino, ex ministra della Giustizia, si stima che Expo 2030 possa avere su Roma un potenziale impatto di circa 45 miliardi di euro, il doppio di Milano. Occasioni che Roma non si deve lasciare sfuggire per diventare la città del futuro.

Presentando la ricerca, Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, ha affermato: «Abbiamo voluto creare una piattaforma di dati, con l'obiettivo di dare un carnet di informazioni utili a chi viene a investire nell'economia della città. Bisogna stimolare le opportunità che la città può offrire».

Ma qual è la tendenza del mercato immobilliare di Roma? Quali sono in particolare le opportunità per il residenziale romano? Vediamo in merito quanto emerso dalla ricerca.

Il rapporto «Roma 2030. La capitale nel nuovo scenario internazionale» ha evidenziato che «il mercato residenziale della città di Roma è caratterizzato da un ampio divario qualitativo tra le zone centrali storiche e quelle periferiche realizzate nella seconda metà del novecento». Da dove possono quindi nascere le opportunità? Secondo quanto riportato, «dal recupero di palazzi di assoluto pregio nel centro storico e nelle aree più pregiate, ma anche in zone più popolari, come ad esempio la Garbatella, che però spesso ospitano costruzioni di grande valore architettonico e sono ben collegati al centro».

La ricerca ha poi sottolineato che l'offerta è costituita da soluzioni molto tradizionali, anche nel caso degli interventi più recenti e di maggior qualità, e che non è ancora adeguata l'offerta innovativa, «costituita da soluzioni nuove come miniappartamenti o abitazioni per affitti brevi destinate ai giovani professionisti, sia italiani che stranieri, che a Roma cercano soluzioni abitative, anche temporanee, e faticano a trovare». A Roma ci sono grandi organizzazioni internazionali e centri di ricerca di livello mondiale, «ma anche nell'ottica di attirare nuove imprese e giovani lavoratori, occorre investire su soluzioni abitative contemporanee di qualità». Il rapposto segnala poi che mancano immobili per locazioni brevi o lunghe di alto livello, come nelle metropoli internazionali.

La ricerca ha poi preso in esame le variazioni percentuali dei prezzi medi dei quartieri romani, con la finalità di comprendere al meglio le diverse dinamiche interne alla città. E' stata così stilata una classifica dei primi dieci quartieri per crescita annua, riferita agli ultimi cinque anni. In base a quanto emerso, «nell'ultimo anno, nonostante le difficoltà portate dalla crisi sanitaria, si sono registrati incrementi nei prezzi medi di diversi quartieri romani, in particolare quelli meglio serviti dalle linee metropolitane e più vicine a zone verdi di qualità. Le variazioni son state tra l'1,7 per cento delle microaree Trastevere e Piazza Pio XI, fino al 3,3 per ento dell'Aventino».

Infine, «negli ultimi cinque anni si sono registrati incrementi superiori al dieci per cento in diversi quartieri centrali, fino al più 15,6 per cento registrato nella zona di piazza del Gesù, contro una media nazionale che nello stesso periodo ha visto un calo del 2,8 per cento».