Classificazione edifici residenziali, come funziona e cosa comporta

La classificazione degli edifici residenziali può comportare delle conseguenze sugli interventi a cui possono essere sottoposti. A spiegarlo il Consiglio di Stato. Vediamo quanto è stato chiarito sul tema.

Con la sentenza 2240/2022, il Consiglio di Stato è intervenuto sulla questione della classificazione degli edifici residenziali e ha ricordato quali sono gli elementi sulla base dei quali i Comuni possono classificare gli edifici, spiegando anche in che modo vengono di conseguenza condizionati gli interventi ai quali gli stessi edifici possono essere sottoposti.

Secondo quanto ricordato, la classificazione degli edifici residenziali, in base alle Norme tecniche attuative del Piano degli interventi, approvato dal Consiglio Comunale, vede le seguenti categorie:

  • A1: "Emergenze architettoniche di maggiore rilievo ed edifici di valore storico o architettonico intatti o con modificazioni reversibili e assimilabili";
  • A2: "Emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o architettonico intatti o con modificazioni reversibili e assimilabili";
  • A3: "Edifici di valore tipologico/documentario, paesaggistico e ambientale intatti o con modificazioni reversibili e assimilabili; emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o architettonico con modificazioni pesanti e assimilabili";
  • A4: "Edifici di valore tipologico/documentario, paesaggistico ed ambientale con modificazioni anche pesanti e assimilabili";
  • A5: "Edifici sostanzialmente modificati e assimilabili. Edifici recenti privi di valore".

La classificazione degli edifici residenziali può essere modificata, a patto però che vengano dimostrate le caratteristiche dell'immobile. Ma attenzione, perché proprio in base alla classificazione alcuni interventi di ristrutturazione o installazione di impianti possono non essere possibili.

Classificazione edifici residenziali, il caso

Come riportato da Edil portale, che ha esaminato la sentenza del Consiglio di Stato, in particolare ai giudici è stato sottoposto il caso di un "ricorso contro il diniego di validazione urbanistica, proposto dai proprietari di un edificio che il Comune ha considerato da tutelare perché appartenente allo stile Liberty".

Per i proprietari, "l'edificio non presenta alcun valore perché è stato costruito negli Anni 30, quando lo stile Liberty non era più in voga, e secondo gli stilemi propri dell'edilizia economica e popolare di quel periodo". Non solo, "nel 1984 l'edificio ha subito un importante intervento di ristrutturazione, che ha lasciato intatte solo le mura perimetrali. Nei dintorni ci sono infine edifici, con gli stessi elementi architettonici, classificati nella categoria A5".

Il ricorso però è stato respinto, perché secondo i giudici "la classificazione del Comune è motivata da valutazioni discrezionali in sede di pianificazione per finalità di tutela ambientale e identitaria". In particolare, i giudici del Consiglio di Stato hanno spiegato che "non è importante l'intrinseco valore storico e artistico di un edificio, ma il valore di testimonianza storica di una certa architettura presente nel Comune, tutelata in quanto carattere identificativo di una certa parte della città".

Il Consiglio di Stato ha così deciso di respingere il ricorso, chiarendo che "nonostante le modifiche subite, l'edificio conserva 'elementi tipici peculiari degli edifici Liberty che si possono ritrovare anche in altri edifici attigui quali le mensole di gronda, i contorni finestra in cemento, elementi decorativi, marcapiano'".