10 MILA CASE OCCUPATE ABUSIVAMENTE A ROMA

 

Secondo il Sindacato unitario nazionale inquilini assegnatari (il Sunia) a Roma, su un patrimonio residenziale pubblico di circa 76 mila unità, di cui 48 mila dell’Ater e 28 mila del Comune, circa 10 mila risultano occupate abusivamente.

Qualche numero

In base alle analisi svolte dall’Ater circa 1.500 alloggi sono occupati da persone che, secondo i termini previsti dalla sanatoria del luglio 2020, non hanno alcun titolo per essere li.

Il Sunia, però, ha stimato anche che le richieste di regolarizzazione effettuate oscillano tra le 6 e le 7 mila. Pur non potendo contare su dati ufficiali precisi o su una mappatura capillare, si evince facilmente come questa condizione sociale impatti sulla vita delle oltre 13 mila famiglie che, in graduatoria, sono legalmente in attesa di un’abitazione.

A questo quadro di occupazione abusiva va aggiunto lo scandalo di quei casi che vedono immobili posizionati in aree e quartieri di livello affittati a un canone irrisorio a inquilini appartenenti alla fascia di reddito medio-alta.

Le prossime mosse

La Regione comunica pubblicamente che << negli ultimi due anni Ater è riuscita a recuperare oltre 500 alloggi, anche grazie all’aumento delle restituzioni spontanee incentivate dalla stretta in corso sulle morosità. >> e che gli immobili recuperati sono dislocati per lo più nei vari quartieri periferici, quali: Ostia, Tiburtino III, Tufello, Laurentino, Tor Sapienza, San Basilio, Tor Bella Monaca, Pietralata, Val Melaina e Quarticciolo.

Massimiliano Valeriani, assessore regionale alle Politiche abitative, confida in alcuni cambiamenti << Con la nuova amministrazione comunale sarà possibile accelerare questo processo e fornire un prezioso contributo che si aggiunge ai numerosi interventi per dare risposte concrete al diritto all’abitare >>.

Inoltre, pochi giorni fa, in Campidoglio è stata presentata dal responsabile capitolino del Patrimonio, Tobia Zevi e approvata dalla Giunta, la proposta di delibera per aumentare dal 15% al 25% l’aliquota di case popolari destinate alle situazioni di emergenza abitativa.

I criteri per l’ammissione sono:

  • pubbliche calamità;
  • provvedimenti esecutivi di rilascio forzoso dell’alloggio occupato, con priorità per le famiglie a più basso reddito;
  • lo sgombero di strutture pubbliche destinate a uso pubblico;
  • la permanenza in strutture assistenziali di realtà del terzo settore;
  • il rientro in Italia di persone emarginate;
  • l’avvio di provvedimenti giudiziari per donne vittime di violenza domestica;
  • essere portatori di disabilità psicofisiche o disturbi psichiatrici idonee al reinserimento sociale.

Inoltre, il Comune ne riserva il 10% per le procedure di sgombero decretate dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

di Linda Compagnoni