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Autore:floriana liuni
L’anno che sta per concludersi è stato piuttosto positivo per quanto riguarda la compravendita di case in Italia e il mercato pare bene impostato anche per quanto riguarda transazioni e fatturato del prossimo anno. Gerardo Paterna, consulente immobiliare promotore di Sinergie, illustra a idealista/news quali saranno i trend del prossimo anno, anche per quanto riguarda l’evoluzione del mestiere di agente immobiliare.
“I numeri del 2021 sono stati positivi, — spiega Paterna, — il mercato è in fermento, rispetto allo scorso anno. Parlando di compravendite residenziali, se abbiamo chiuso il 2020 intorno alle 550 mila transazioni, quest’anno se ne prevedono 600 mila, che potrebbero salire a 650 mila nel 2022. In termini di fatturato chiuderemo invece il 2021 intorno ai 100 miliardi e prevediamo un 2022 con 15 miliardi in più. I prezzi però, nell’area euro, non mostrano grandi impennate nonostante l’inflazione: non si va oltre un 1,5 per cento di crescita”.
Questi, in poche pennellate, i numeri del mercato residenziale italiano ed europeo secondo quanto emerso nell’ultimo convegno di Sinergie, secondo Gerardo Paterna. Al quale abbiamo chiesto come veda il futuro dell’immobiliare e del mestiere di chi vende case nei prossimi anni.
“Secondo me i prossimi anni saranno una sfida, — è la risposta. – L’Unione Europea, come una sorta di provocazione, ha chiesto di riqualificare il patrimonio immobiliare entro il 2027 mirando a vietare la vendita e l’affitto delle abitazioni non conformi a livello di risparmio energetico. Questa chiaramente non potrà essere una richiesta soddisfatta in toto, ma è importante rifletterci, soprattutto in Italia, dove di manutenzione se ne fa poca in generale. E’ un segnale importante che arrivi una spinta dall’Europa in questo senso: soprattutto nelle province infatti c’è un gran bisogno di aggiornare il nostro patrimonio immobiliare, e questa richiesta europea potrebbe essere lo spunto che ci voleva per aprire le porte ad un nuovo tipo di investimento. E’ ora infatti di iniziare a trattare il mattone come un asset su cui investire perché renda”.
Come cambierà invece il mestiere del’agente immobiliare?
“Al momento il segmento dei servizi immobiliari in generale vede una importanza crescente. A livello di agenti, ne abbiamo 49 mila attivi sul territorio nazionale, ma la sfida resta quella della formazione e della digitalizzazione del mestiere”.
Come si è evoluto l’agente immobiliare in questi anni?
“Rispetto al passato il ricorso alla tecnologia è stato molto più massiccio, dalle visite virtuali ai gestionali, ai crm, all’utilizzo di professionalità esterne per la realizzazione dei servizi fotografici. Va migliorato l’uso dei gestionali che aiutino a mantenere la relazione con il cliente, il crm non solo per pubblicare l’annuncio ma anche anche per fidelizzare il cliente”.
L’agenzia immobiliare deve stare sempre più accanto al cliente in ogni ora del giorno?
“Con l’uso dei social e di altre tecnologie la maggiore flessibilità consente di slegarsi dagli orari e dai luoghi di lavoro, diventando raggiungibili in ogni momento e contemporaneamente fornendo consulenze personalizzate e tagliate su misura sulle esigenze del cliente e dei suoi ritmi di vita. Alcune agenzie immobiliari stanno iniziando a ragionare in questi termini (come ExP); il che non significa la morte del franchising e dell’agenzia fisica sul territorio ma una conciliazione delle due cose, una nuova ondata che andrà a mescolare presenza fisica, tecnologia e lavoro flessibile”.
Che riflesso avrà tutto questo sulla composizione dei lavoratori delle agenzie immobiliari?
L’uso della tecnologia può essere un incentivo per interessare anche le nuove leve al mestiere di agente immobiliare, un mestiere che è relativamente “anziano” se si pensa che l’età media degli agenti italiani supera i 50 anni. C’è un gap generazionale da recuperare, portando nelle reti i giovani dai 25 ai 35 anni. E c’è anche un gap di genere: le donne andrebbero maggiormente coinvolte, dato il beneficio che possono dare e ricevere da un tipo di lavoro che può diventare molto flessibile e adattarsi alle esigenze di tutti. Negli Usa questa è una realtà risaputa, al punto che fin dai primi del ‘900 sono sempre state le donne a comporre la maggior parte della popolazione degli agenti immobiliari.
Quali saranno le sfide del mestiere nei prossimi anni?
Le case si compreranno sempre e si venderanno sempre, quindi una crisi non è all’orizzonte. Ma in particolare nei prossimi anni i giovani erediteranno molti immobili, con il problema da un lato di non avere un reddito adeguato, e dall’altro un patrimonio immobiliare spesso difficile da gestire. Quindi nei prossimi dieci anni probabilmente i giovani non avranno tanto bisogno di comprare quanto di vendere casa, anche nell’ottica di una maggiore mobilità lavorativa che li vedrà spostarsi lontano dai luoghi di origine. Da un lato ci si disfarà quindi di immobili datati mentre se ne cercheranno altri diversi, moderni, ristrutturati, con spazi sufficienti per una vita che concilia lavoro e famiglia. I layout stessi delle case più richieste cambieranno radicalmente, non più solo con l’aggiunta di spazi esterni, ma anche per un ripensamento degli spazi interni, standard tecnologici, cablaggio, efficienza energetica eccetera.
Come reagirà il mercato immobiliare a tutto questo?
Case riqualificate significa prezzi e canoni più alti e di conseguenza clientela selezionata. Però questo accadrà nelle zone in cui si creeranno effettivamente quartieri nuovi – al momento solo Milano si avvicina a questa definizione. Nel resto d’Italia, sarà difficile che l’eccesso di immobili sul mercato si accompagni ad un aumento dei prezzi. Il solo modo che si ha per creare un asset immobiliare che valga davvero come investimento è puntare davvero molto sulla ristrutturazione. In questo i superbonus sono un’arma potente, ed è vitale che restino in piedi; solo in questo modo si potranno vedere prezzi e canoni diventare allettanti per chi desideri imbarcarsi in un investimento immobiliare.