Boom è il nuovo polo hi-tech che sta sorgendo alle porte di Bologna. Sarà un luogo fisico e digitale dove formazione, innovazione e imprenditoria si incontrano. Una sede innovativa dove realizzare iniziative e percorsi dedicati a studenti, professionisti, imprenditori, startupper e aziende. Un nome che si rifà al progetto “Bologna open mind” (Bologna mente aperta), che punta a rilanciare e recuperare un’area artigianale dismessa nella periferia del capoluogo.
“Boom” di idee in un edificio sostenibile
Tutto questo si concentrerà all’interno di un nuovo fabbricato di 3.200 metri quadrati che sarà realizzato da Crif, multinazionale bolognese specializzata in sistemi di credit & business information (quasi 600 milioni di fatturato consolidato e più di 6mila collaboratori in 60 Paesi). Una sede concepita all’insegna della sostenibilità, con un investimento pari a circa 11 milioni di euro. Boom sta prendendo forma dalle ceneri di un vecchio edificio abbandonato, precisamente a Osteria Grande, frazione di Castel San Pietro. Una struttura sostenibile e modulare di cemento, vetro e giardini pensili.
Non solo laboratori e workshop online. Il polo aprirà a collaborazioni nazionali e internazionali unendo risorse e competenze di diversi settori per fare crescere la città e la Regione Emilia-Romagna. Le attività digitali-virtuali inizieranno già a maggio. Mentre quelle in presenza dovrebbero partire a inizio 2023.
Partner delle attività formative e di accelerazione nella nuova casa della conoscenza è la Fondazione Golinelli, una organizzazione filantropica privata operativa, voluta dall’imprenditore farmaceutico Marino Golinelli, recentemente scomparso, con l’obiettivo di investire sulle aziende start-up e attrarre profili e competenze.
Tante offerte di lavoro e posti scoperti
“Da oltre 30 anni investiamo sull’innovazione e l’information technology con un orizzonte internazionale, sperimentando la cross fertilization tra domini culturali e tecnologici diversi” – sottolinea a Il Sole 24 Ore il fondatore a amministratore delegato di Crif, Carlo Gherardi. “Il progetto Boom è assolutamente coerente con questa nostra vocazione – osserva Gherardi –. Più ci sbilanciamo all’estero (e oggi più della metà dei nostri dipendenti lavora fuori dall’Italia) più abbiamo bisogno di avere radici solide e profonde qui nel territorio in cui siamo nati e che ci ha permesso di diventare uno dei primi operatori al mondo nei servizi integrati di credit & business information”.
Si lavora per colmare un limite reale nel nostro mercato del lavoro 4.0. “Facciamo molta fatica a trovare i profili e le competenze di cui abbiamo bisogno: un 30% delle posizioni interne resta scoperto. E ogni anno – conclude l’ad – noi assumiamo una media di 250 persone solo in Italia”.